Roba da matti

ROBA DA MATTI

 

Forse non ci crederete, ma la lettura de “Il mondo incantato” di Bruno Bettelheim mi è stata consigliata da un matto. Sì, proprio così: una di quelle persone che non ci stanno più tanto con la testa.

“Ah! Devi leggere Il mondo incantato. Vedrai ti piacerà.” mi disse il “professore”.

Lo chiamavamo così per l’aria distinta e colta che si dava (in realtà colto lo era davvero), anche se il suo aspetto lasciava trasparire quello di un vagabondo, cosa che in realtà non era.

A quel tempo stavo leggendo “Un genitore quasi perfetto” sempre di Bettelheim. Lo leggevo stando al bancone della portineria dell’ospedale dove lavoro, cercando di far passare le ore lunghissime del turno di notte. Il “professore” vagava come uno zombie per gli androni dell’ospedale; diceva di non riuscire a dormire e di stare sveglio anche diverse notti senza chiudere occhio. Ogni tanto si fermava al mio bancone e iniziava a raccontare di questo e di quello; partiva con discorsi ragionati e sensati, ma dopo un po’ si perdeva in divagazioni astruse e non capivo più dove volesse andare a parare. Non so, forse nella sua demenza capiva che non lo seguivo più e improvvisamente come se avesse azionato un interruttore, si interrompeva e diceva: “Beh! Ciao, devo andare.” e si allontanava nel buio, più che della notte, della sua solitudine. Avevo l’impressione di essergli di compagnia, di aiutarlo a passare le ore vuote della sua solitudine. Ma anche lui aiutava me a passare qualche quarto d’ora nei momenti vuoti del mio lavoro notturno e non mi dispiaceva.

Così una notte mi chiese cosa stessi leggendo. Chiusi il libro tenendo un dito dentro per non perdere il segno e gli mostrai la copertina di “Un genitore quasi perfetto” e fu lì che mi consigliò la lettura de “Il mondo incantato”. E in seguito si informò se lo avessi letto e se mi fosse piaciuto.

Sì, devo dire che mi ha consigliato bene. Ma non solo, tempo dopo mi chiese: “Ma Il visconte dimezzato, lo hai letto?”

“No.”

“Allora devi leggerlo.”

Mi ha consigliato bene una volta, poteva non consigliarmi bene una seconda? Qualche giorno dopo arrivò col libro di Calvino e disse: “Tieni, questo è per te.”

E poi dicono che sono matti!

 

 

IL MONDO INCANTATO

Uso, importanza e significati psicoanalitici delle fiabe.

di

Bruno Bettelheim

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Ogni favola ha una sua morale. Leggendo questo libro ci si renderà conto che c’è molto di più di una semplice morale nelle fiabe per bambini. L’autore, attraverso percorsi psicoanalitici, ci porta dal regno della fantasia a quello della realtà.

Il bambino ha bisogno delle favole. Le favole non sono semplici storielle che servono agli adulti per far prendere sonno ai piccoli, ma sono storie di vita che insegnano a diventare grandi, a costruirsi una propria identità, stima di se stessi.

Così nella prima parte del libro ci viene spiegato, tanto magistralmente quanto semplicemente, l’uso, l’importanza di raccontare le fiabe. Raccontare: ecco una parola chiave; nel libro, ad esempio viene riportata l’importanza di raccontare, più che di leggere, le favole ai bambini, così che essi possano sviluppare la propria immaginazione; quest’ultima nei moderni libri di fiabe in commercio, è sempre più alleggerita dall’uso esagerato di illustrazioni. Il racconto, sempre più spesso è sostituito dalle figure.

La seconda parte del libro analizza le fiabe più celebri ed eccone svelati significati impensabili.

Le favole raccontano di problemi generazionali, di conflitti tra genitori e figli, di rivalità fraterne, ma parlano anche di sessualità e perché no di amore. Tutti problemi e situazioni che i bambini incontreranno nella loro crescita.

Non mancano continui accostamenti tra le fiabe raccontate da Perrault e quelle dei fratelli Grimm, la cui differenza di raccontare la stessa favola, ne cambia il significato.

Interessanti anche alcune divagazioni nella antica mitologia.

Non tragga in inganno il sottotitolo del libro: … significati psicoanalitici. Non è un libro destinato a psicologi o ad esperti del settore, è un libro per genitori, nonostante qualche termine tecnico di facile comprensione, le circa trecento pagine del libro scorrono via fluidamente e piacevolmente.

Un libro che non può mancare sullo scaffale di casa, accanto ai libri di favole.

 

Stefano Chiarato

Muggiò 28.04.2008

 

 

 

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